Prevenzione - Pedodonzia
Per combattere adeguatamente un nemico la prima cosa necessaria è conoscerlo bene, prevedere le sue mosse, sapere come opera e scoprire i suoi punti deboli. La carie è il nemico N° 1 della nostra bocca e oggi siamo in grado di controllarla e di combatterla attraverso un programma mirato e ben strutturato.
Quali sono i fattori responsabili dell’insorgenza della carie?
1 – I batteri cariogeni
2 – L’alimentazione
3 – Flusso salivare ridotto e/o basso potere tampone salivare
4 – Igiene orale scarsa
Oggi è ormai ben riconosciuta la necessità della presenza di batteri specifici (Streptococco mutans e Lattobacilli) affinché il processo carioso possa aver luogo. In modo particolare lo Streptococco Mutans è il responsabile dell’inizio di questo processo, producendo acidi che favoriscono l’adesione batterica. I Lattobacilli, invece, sono indice di frequenti assunzioni di zuccheri e della riduzione del flusso salivare. Oggi abbiamo i mezzi che ci permettono di quantificare i batteri presenti nella saliva e di conseguenza di individuare i pazienti più a rischio.
I bambini quando nascono sono privi di batteri all’interno del cavo orale. La colonizzazione batterica della loro bocca avverrà in un tempo successivo. Si è poi visto come i batteri che causano la carie possono essere trasmessi da una persona all’altra. Questo passaggio può avvenire con un meccanismo chiamato “colonizzazione batterica verticale madre-figlio”. La colonizzazione precoce del cavo orale da parte di batteri cariogeni può realizzarsi infatti, attraverso il succhiotto oppure attraverso la pappa (la mamma la assaggia per assicurarsi che non sia troppo calda). Tutte questi gesti permettono un trasferimento di una grande quantità di batteri nella bocca del bimbo rappresentando uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo della carie nella dentatura decidua (la cosiddetta sindrome da biberon).


Igiene Orale
Il “gioco dello spazzolino”!
Un bimbo, anche molto piccolo, non ha ancora la capacità di lavarsi i denti da solo controllando il movimento delle setole dello spazzolino dato che il suo sistema neuromuscolare non è ancora completo. Con lo spazzolino però può veicolare nella bocca il fluoro (nostro primo alleato contro la carie) contenuto nel dentifricio. L’uso combinato dello spazzolino e del dentifricio al fluoro deve entrare quindi a far parte delle attività quotidiane dei più piccoli per diventare negli anni un’abitudine consolidata. I denti da latte sono una palestra grazie alla quale i bambini si esercitano a mantenere la bocca sana per tutta la vita. E’ da tener presente che i bimbi così piccoli tendono a magiare il dentifricio a causa del suo sapore. Questo è del tutto normale ed è quindi molto importante usare un dentifricio età specifico e porre solo una piccola quantità di pasta dentifricia.
Ortodonzia
E’ importante che i bambini prendano confidenza con lo studio odontoiatrico, soprattutto quando non c’è ancora una reale necessità di cura. Spesso i genitori chiedono aiuto all’odontoiatra quando c’è già una lesione cariosa in atto e quindi il bambino lamenta dolore, oppure quando dondola da tempo un dente da latte che però sembra non voler cadere. In queste situazioni però l’odontoiatra è costretto ad intervenire, magari utilizzando già trapano o anestetico, causando paura e ansia nel bambino che si trasformeranno poi nelle sedute successive in assoluta non collaborazione. La prima visita è quindi il momento in cui l’odontoiatra si gioca tutto il rapporto col bambino, dove quindi non verranno fatte manovre cliniche, ma si getteranno le prime basi per costruire un rapporto sereno col piccolo paziente. Il consiglio è quindi di richiedere una prima visita verso i 4 anni, età in cui il bambino sa relazionarsi in modo più compiuto con gli estranei. Sarà possibile valutare e raccogliere una serie di dati clinici importanti per le future strategie di prevenzione e cura.
Il mondo ortodontico offre un ventaglio ricchissimo di apparecchiature che può essere suddiviso in due grandi categorie:apparecchi fissi e apparecchi rimovibili. Ogni ortodontista abbraccia quindi una particolare tecnica ortodontica e di conseguenza preferisce e quindi sceglie di operare con un determinato apparecchio piuttosto che un altro.
Quindi al di là dell’apparecchio scelto, credo fortemente ad un concetto che mi è stato insegnato durante gli anni di specializzazione.
Un’apparecchiatura è veramente valida se possiede tre importanti requisiti: deve essere EFFICACE, EFFICIENTE e ADEGUATA.
Un apparecchio deve essere efficace, cioè raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati nel nostro piano di cura, ma deve anche essere efficiente, cioè deve svolgere il suo lavoro nel minore tempo possibile. Infine un’apparecchiatura deve essere adeguata, appropriata per il paziente che stiamo curando. Deve saper soddisfare le aspettative del nostro paziente in modo da ottenere una sua totale collaborazione. Oggi ci sono apparecchiature che posseggono questi requisiti e, grazie alle nuove tecnologie, ci sono sempre più apparecchi che richiedono una minima collaborazione da parte del paziente.
Credo che affinché una terapia ortodontica possa andare a buon fine, sia necessario sapere e capire cosa fa un apparecchio e quale obiettivo debba raggiungere. E’ importante quindi che il paziente, ma soprattutto i genitori, siano consapevoli per primi di come funzioni un determinato apparecchio e quale obiettivo debba raggiungere. In questo modo è possibile motivare costantemente il paziente per tutta la durata del trattamento, visto che nella maggior parte dei casi le terapie ortodontiche sono piuttosto lunghe.
Quando si affronta un caso ortodontico ci sono 2 problemi da considerare.
I problemi DENTALI, cioè che riguardano i denti e la loro posizione nella bocca. Possiamo avere dei denti accavallati, ruotati, sporgenti, spaziati fra di loro. Per valutare queste possibili situazioni si prendono delle impronte per poi ottenere dei modelli e si esegue una radiografia chiamata ortopantomografia. I problemi dentali si risolvono con apparecchiatura ortoDONTICA, che agisce esclusivamente sui denti, modificando e migliorando, secondo il nostro piano di cura, la loro posizione all’interno della bocca.
I problemi SCHELETRICI invece riguardano le strutture ossee che portano i denti, che sono il mascellare superiore e la mandibola. Ci sono bambini che hanno il palato stretto, che hanno una mandibola troppo grande rispetto alla parte superiore delle bocca, oppure bambini che hanno il mascellare superiore che è cresciuto troppo. Questo dipende dalla struttura scheletrica del paziente e può essere valutata attraverso un’altra radiografia chiamata teleradiografia del cranio. Una volta individuato il problema si sceglie l’apparecchiatura ortoPEDICA più adatta che modifichi le strutture ossee nella fase di crescita dei nostri piccoli pazienti.
“Dottoressa, siamo ancora in tempo per raddrizzare i denti a mio figlio?; ho paura che ormai sia troppo tardi!”
Questa è una delle domande più frequenti che viene posta dai genitori durante le visite ortodontiche che ci permettere di prendere in considerazione un fattore molto importante in campo ortodontico. Ci sono apparecchiature ortopediche che sfruttano momenti particolari della crescita del paziente. Problemi scheletrici come il palato “stretto” o il morso inverso anteriore devono essere intercettati e corretti precocemente, anche verso i 6 anni d’età. Altre problematiche, come la posizione arretrata della mandibola, vanno corrette più avanti al momento del picco di crescita puberale. Quindi ecco che risulta importante, dopo la prima visita, non mancare ai controlli periodici stabiliti con l’odontoiatra per intercettare la presenza di eventuali problemi per essere in grado di risolverli al momento più opportuno con l’apparecchiatura più appropriata.